Un codice USSD inserito in una pagina web appositamente preparata può attivare da remoto una procedura per cancellare irrimediabilmente tutti i dati presenti sul Galaxy S III. La vulnerabilità colpisce anche
Una falla presente in un server di Adobe, usato per la certificazione dei suoi prodotti, ha permesso ad ignoti hacker di impossessarsi di alcuni certificati digitali di Adobe che venivano utilizzati da alcuni software per Windows e da tre applicazioni Adobe AIR per Windows e Mac.
Era il lontano 19 settembre del 1982 alle 11.44 quando il professore Scott Fahlman scrisse su di una bacheca elettronica della Carnegie Mellon University tre caratteri: ":-)" proponendoli per distinguere i post seri dai messaggi più scherzosi.
Una nuova vulnerabilità 0-day è stata riscontrata nel browser Internet Explorer nelle versioni 6, 7, 8 e 9 (esente solo nella 10 presente però solo in Windows 8). Microsoft ha riscontrato la vulnerabilità e ammesso che sfruttando la falla in IE un malintenzionato attraverso il trojan Poison Ivy sia in grado di corrompere la memoria del sistema ed eseguire di conseguenza codice arbitrario sul computer della vittima ignara di tutto. Poiché al momento non è ancora pronta una patch che chiuda la falla, Microsoft ha messo a disposizione un utility gratuita:
L'interruzione dei servizi ospitati su GoDaddy non è stato causato da un attacco DDoS come inizialmente supposto, ma da un non precisate "difficoltà interne" che avebbero determinato l'interruzione del servizio e danneggiato le tabelle dati del router. Questa la dichiarazione del CEO Scott Wagner apparsa sul sito smentendo così le voci di un presunto attacco DDoS di cui un utente di twitter si vantava cinguettando in nome del collettivo Anonymous (che hanno negato la loro partecipazione al presunto attacco).
Go Daddy, uno dei più grandi registrar di domini internet in tutto il mondo ha subito un attacco DDoS che ha messo fuori uso i suoi DNS per più di 4 ore e recato disservizi vari a e-mail e servizi di web hosting.
Dall'account Twitter @AnonymousOwn3rviene rivendicato l'attacco anche se l'autore conferma di aver agito da solo e non come membro di Anonimous.
Nel frattempo i tecnici di Go Daddy stanno trasferendo i loro servizi DNS presso un'altra struttura in attesa di verificare il bug nella infrastruttura dei DNS che ha permesso l'attacco DDoS
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